Su tale esperimentosi basano molte delle previsioni più fantasiose della Meccanica Quantistica.
L’interpretazione standard (di Copenaghen) dice che:
Molti fisici e filosofi hanno mosso obiezioni all'interpretazione di Copenaghen e le celebri frasi di Albert Einstein: «Dio non gioca a dadi» e «Credi davvero che la luna non sia lì se non la guardi?» ne sono una esemplificazione.
Oppure, resta ancora inspiegata la discontinuità tra il processo deterministico che regola l'evoluzione della funzione d'onda e il fenomeno indeterministico del collasso.
Vediamo i principali errori commessi nell’esperimento della doppia fenditura, che è quello che ha dato origine alle fantasiose teorie della Meccanica Quantistica.
Le particelle non sono come delle palle da biliardo.
Gli elettroni non sono palle per i seguenti motivi:
Gli elettroni sono così piccoli che interagiscono soltanto con la nuvola elettronica che avvolge gli atomi. Tale nuvola essendo formata anch’essa di elettroni, respinge in modo casuale gli elettroni che gli vengono incontro, in quanto, gli elettroni che sono nella nuvola eletronica, sono in rapido movimento e quindi in posizioni sempre diverse tra un eventuale impatto e il successivo (sempre che si vada a impattare sempre nello stesso atomo).
Usando gli elettroni, ciò che interagisce con le fenditure non sono particelle corpuscolari, ma i campi elettromagnetici degli elettroni, che sono per definizione, onde elettromagnetiche come quelle della luce, per questo se ne ottiene un effetto simile a quello delle onde luminose.
E' il campo magnetico dell'elettrone in moto rettilineo e gli elettroni esterni dell'atomo, interagiscono tra loro deviando la traiettoria dell'elettrone che passa per le fenditure.
L'interazione tra le cariche (campi) genera lo stesso effetto delle onde sulla lastra.
Vedi le forze di Van der Walls: che agiscono anche tra atomi neutri.
Questo è dovuto alla rotazione degli elettroni intorno agli atomi. Quando l'elettrone di moto rettilineo, passa vicino agli atomi, essi possono avere i loro elettroni disposti in modo da generare un dipolo temporaneo.
Tale dipolo interagirà con gli elettroni, deviandoli in modo diverso a seconda delle rispettive posizioni al passaggio.